Prospettive assistenziali, n. 8-9, ottobre 1969-marzo 1970

 

 

SPECCHIO NERO

 

 

LA SUPERIORA, IL VESCOVO, IL PAPA

Lasciamo il commento e la risposta a Paolo VI (Discorso ai Superiori Maggiori d'Italia, - Osservatore Romano »,            14 novembre 1969):

«Oggi una più accentuata sensibilità pone in discussione sia pure marginalmente per ora, talune di queste forme assistenziali, sottolinean­do la prevalenza del dovere di giustizia su quello della carità, e chiedendo che sia salvaguardato al massimo il sacro carattere della dignità uma­na: questo accresciuto senso di gelosa autono­mia richiederà certamente un continuo controllo sui criteri da seguire dai vostri Istituti nel com­pimento delle loro attività caritative di assi­stenza e di beneficenza; esigerà senza dubbio una sempre più aggiornata qualificazione perso­nale e un opportuno adeguamento delle strut­ture alle nuove responsabilità affinché tale mis­sione sia adempiuta con frutto; bisognerà asso­lutamente lasciare quelle forme che sanno di imposizione, di paternalismo come di improvvi­sazione, di leggerezza, di impreparazione.

Spetta ai Vescovi sostenere e vigilare i religiosi in questa amplissima e delicata atti­vità; così pure ci si dovrà scrupolosamente ed esemplarmente attenere alle disposizioni dell'autorità civile per quanto riguarda l'esecuzione delle leggi vigenti».

 

 

BAMBINI A SCEGLIERE

 

Si porta a conoscenza il modo a dir poco sconcertante con il quale il Presidente del tribunale per i minorenni di Catanzaro, a oltre due anni dall'entrata in vigore della legge 5 giugno 1967, n. 431, sull'adozione spe­ciale, dispone affidamento dei bambini adottabili, che avviene con moda­lità simili a quelle usate dai rappresentanti di commercio quando essi propongono la scelta di un oggetto qualsiasi.

Infatti, a coniugi che avevano presentato domanda di adozione, il Presidente del tribunale per i minorenni di Catanzaro ha inviato il 16 set­tembre u.s. la seguente lettera:

«La S.V. ha presentato domanda per l'adozione di un minorenne senza indicarlo specificatamente.

«Le alleghiamo un elenco di minori dichiarati in stato di adottabilità, in modo che possa indicare quello che preferisce, tenendo presente che tra il prescelto e gli adottanti deve esserci una differenza di età di almeno diciotto anni per l'adozione ordinaria e di venti per quella speciale.

« Nel caso di molteplici richieste nei confronti dello stesso minore questo Tribunale procederà ad esame comparativo fra le varie domande dando la preferenza a quella che a suo giudizio meglio risponda all'inte­resse del minore.

«Si resta in attesa di risposta nel termine di giorni dieci dalla data della presente».

Alla lettera del Presidente del tribunale per i minorenni era allegato un elenco contenente il cognome e il nome di 22 bambini, la data ed il luogo di nascita di ognuno di essi e l'indicazione degli istituti ove essi erano ricoverati.

 

Si sottolinea che l'elenco comprendeva an­che minori di età superiore ai tre anni (tre ad­dirittura erano definiti «anormali»), per l'affi­damento dei quali è evidente la necessità di una selezione e preparazione dei coniugi aspi­ranti adottanti più approfondita di quella che sarebbe necessaria per l'affidamento di bambini piccoli.

Si osserva che la legge sull'adozione spe­ciale è diretta a dare una valida famiglia ai bambini che ne sono privi (la legge 431167 più volte richiama l'interesse preminente del mino­re) e non a dare discendenti alla persona che ne è priva. Pertanto gli aspiranti adottanti de­vono essere scelti in base alle esigenze perso­nali di ciascun bambino (art. 314/2 e art. 314/20). Il Presidente del Tribunale per i mi­norenni di Catanzaro applica questo principio alla rovescia facendo scegliere i bambini dagli adottanti.

 

 

INQUALIFICABILI SFRUTTAMENTI DEL TERMINE «ADOZIONE»

E DEI SENTIMENTI VERSO L'INFANZIA

 

1.

Dal bollettino dell'Istituto S. Barsanofio per fanciulle abbandonate di Oria il seguente dialogo edificante:

Angela - Sai Teresa che Dina è stata adottata da una buona e ricca famiglia dell'America?

Teresa - Davvero? Allora dovrà lasciare l'istituto.

Angela - Ma no, non c'è bisogno!

Teresa - Allora non è stata adottata.

Angela - Sì, ti dico! Soltanto che non è stata un'adozione con tutti gli effetti giuridici, ma simbolica.

Teresa - Spiegami, non capisco!

Angela - Ascolta: con l'adozione simbolica

- la fanciulla non lascia l'Istituto

- non prende il nome di chi l'adotta

- non fa parte della famiglia dell'adottante

- non ha alcun diritto all'eredità.

Teresa - Ho capito, ma dimmi: come si compie questa adozione?

Angela - Semplicissimo! Basta inviare all'Istituto l'offerta di lire dodici­mila, anche a rate. Con questa somma si concorre al manteni­mento di una fanciulla per un mese.

Teresa - Chi ti ha detto tutte queste cose?

Angela - Le ho lette sul giornalino dell'altra volta.

Teresa - Già, è vero! Le ho lette anch'io, solo che non me le ricordavo.

Angela - Buona memoria, mia cara!

 

2.

Ma anche i progressisti e internazionalisti Amici SOS, Associazione Nazionale, Villaggi del Fanciullo d'Italia, inviano depliant in cui accanto a un visetto invitante di bimbo si leggono queste inqualificabili frasi:

«Se questo bambino bussasse alla tua porta, se veramente esso si presentasse alla tua casa il giorno di Natale, avresti l'animo di non rice­verlo?

«Egli ti chiede invece di essere soltanto simbolicamente tuo ospite, un ospite silenzioso, al tuo tavolo in festa. Lo vorrai accettare?».

 

3.

Dal bollettino dell'istituto Allievi Missionari di Albano Laziale del 13 ottobre 1969:

Per i vostri defunti:

Fate un'adozione di suffragio (L. 10.000).

L'allievo ha il compito di pregare in modo particolare per i vostri morti.

 

Ecco alcuni esempi di assoluta insensibilità e ignoranza dei problemi inerenti alla educazione e formazione della perso­nalità dei minori, da parte di troppi enti religiosi e civili.

 

 

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