Prospettive assistenziali, n. 7, luglio-settembre 1969

 

 

NOTIZIE

 

 

APPROVATA IN BELGIO LA LEGITTIMAZIONE PER ADOZIONE

 

Il monitore belga del 12 aprile u.s. pubblica il testo della legge del 21 marzo 1469 che introduce l'isti­tuto giuridico della legittimazione per adozione e modifica le norme relative all'adozione ed alla tutela ufficiosa.

La legittimazione per adozione è consentita ai coniugi.

E' necessario che essi abbiano superato il trente­simo anno di età; se sposati da oltre cinque anni è sufficiente che uno solo abbia superato detto limite di età.

Ciascuno degli adottanti deve inoltre avere quin­dici anni di più dell'adottato.

Se però l'adottato è figlio naturale dell'adottante o se è figlio legittimo o naturale del coniuge, è suffi­ciente che l'adottante abbia superato il ventunesimo anno di età e che abbia dieci anni di più dell'adottato. Possono essere legittimati per adozione coloro che al momento del deposito della domanda di legittima­zione per adozione hanno meno di ventun anni.

La legittimazione per adozione conferisce all'adot­tato ed ai suoi discendenti il medesimo status e gli stessi diritti e doveri del figlio legittimo.

Con la pronuncia della legittimazione per ado­zione gli adottati cessano di appartenere al loro nucleo familiare d'origine.

Il riconoscimento e la legittimazione posteriori alla pronunzia della legittimazione per adozione non producono effetti giuridici, salvo che per quanto con­cerne gli impedimenti matrimoniali.

La legittimazione per adozione è irrevocabile. Le norme transitorie consentono la pronunzia della legittimazione per adozione delle persone (mi­norenni o maggiorenni) che erano stati adottati con le vecchie norme, purché l'adozione fosse stata pro­nunciata quando l'adottato era minorenne.

 

 

TELEGRAMMA INVIATO IL 12 MAGGIO 1969 DALL'ASSOCIAZIONE NAZ. FAMIGLIE ADOTTIVE AL SEN. SILVIO GAVA, MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA

 

In occasione della prossima discussione alla com­missione Giustizia della Camera dei Deputati della proposta 210 e facendo seguito alla mia del 10 ultimo scorso sulla necessità di provvedimenti urgentissimi per ovviare alla situazione di quasi totale paralisi degli uffici giudiziari minorili mi permetto insistere sul fatto che i bambini privi di famiglia non possono continuare a soffrire negli istituti di ricovero per le carenze degli uffici giudiziari suddetti.

Non pare allo scrivente neppure giusto che le personalità dei bambini privi di famiglia debbano continuare a disgregarsi nell'attesa dell'approvazione di un nuovo ordinamento giudiziario.

Solo provvedimenti tempestivi sono utili mentre i provvedimenti tardivi sono spesso inutili essendo la personalità dei minori compromessa.

Inoltre solo una profonda ristrutturazione dei tribunali e delle procure per i minorenni e degli uffici tutele può impedire il purtroppo sempre più esteso mercato dei bambini.

La situazione risultante dalle recentissime ricer­che condotte da questa associazione per conto dell'Unione Italiana Giudici per Minori dimostra che la predisposizione di organici per le attuali sedi dei tri­bunali e delle procure per i minorenni migliorerebbe solo in piccola parte l'attuale vuoto di giustizia tanto più che con detto provvedimento non si risolve la situazione di quasi assoluta carenza di esercizio delle fondamentali funzioni di sovrintendenza delle tutele che dovrebbero essere esercitate dai giudici tutelari per quanto concerne la cura dei minori.

Confido pertanto che in occasione della prossima discussione della proposta 210 Lei vorrà proporre idonee soluzioni.

La pregherei infine vivamente di voler ricevere una delegazione di magistrati minorili e di dirigenti di istituti assistenziali e di rappresentanti di questa Associazione al fine di poterle illustrare più distesa­mente la tragica situazione attuale degli uffici giudi­ziari minorili e le conseguenze sui bambini provocate da ricoveri anche brevi in istituti pur ritenuti ottimi.

Nel ringraziarLa di quanto Ella vorrà fare si porgono i migliori ossequi.

NOTA: molto democraticamente, il Ministro Gava non ha inviato nemmeno un cenno di risposta!

 

 

BAMBINI SOLI IN OSPEDALE PSICHIATRICO

 

Su questo tema ha avuto luogo a Limbiate il 22 aprile 1969 una tavola rotonda organizzata dal Gruppo Famiglie Limbiatesi «Pro adozione e affida­mento».

Don Riccardo Pezzoni ha dato notizie della costi­tuzione di un gruppo di famiglie per l'adozione e l'affidamento familiare dei minori ricoverati nell'ospe­dale psichiatrico di Limbiate e di alcuni affidamenti già realizzati.

Il Dott. Giuseppe Cicorella ha trattato il tema: «Nuovi orientamenti sull'assistenza all'infanzia» e l'Assistente sociale Maria Nova ha parlato dei «Bi­sogni dei bambini dell'ospedale psichiatrica di Limbiate».

Per informazioni sull'iniziativa rivolgersi a Luigi Bonfanti, Via Monte Bianco 5, Limbiate - Milano, telefono 99.60.976.

 

 

CONVEGNO SULLA GIUSTIZIA MINORILE

 

Il 28 giugno 1969, in Roma, nella sede centrale dell'O.N.M.I., ha avuto luogo il convegno sulla giu­stizia minorile organizzato dall'Associazione del Mondo Giudiziario, in collaborazione con l'O.N.M.I., l'Unione italiana giudici per minori, l'Associazione giuriste italiane e l'Unione italiana per la promozione dei diritti del minore.

I lavori del convegno, presieduto dal Prof. Giu­seppe Mirabelli, capo-gabinetto del Ministro di Gra­zia e Giustizia sono stati aperti dall'Avv. Augusto Brusca, presidente dell'Associazione del Mondo giu­diziario che ha tracciato un quadro dei problemi della giustizia minorile.

Dopo il saluto dell'On. Angela Gotelli, il Cons. Giuseppe Delfini ha svolto la relazione «Problemi e prospettive della giustizia minorile: autonomia, pre­parazione dei magistrati, organizzazione degli uffici e dei servizi».

Tutti gli intervenuti hanno sottolineato l'urgenza dell'approvazione delle piante organiche dei tribunali e delle procure per i minorenni, la necessità di provvedimenti legislativi per ovviare alla quasi totale paralisi degli uffici del giudice tutelare.

Gli atti del convegno saranno pubblicati a cura dell'Associazione del mondo giudiziario (Roma, Via­le Angelico, 90).

 

 

IL BAMBINO HANDICAPPATO NELLA FAMIGLIA

 

Un terzo dibattito sul tema «Il bambino nella famiglia» si è tenuto il 20 febbraio 1969 a Roma. Orga­nizzatori, come per i precedenti, l'Associazione na­zionale dottoresse in medicina, la Commissione per l'infanzia e la famiglia del Consiglio nazionale delle donne italiane, l'Alleanza femminile italiana, con la collaborazione dell'Associazione nazionale famiglie fanciulli subnormali.

In questo dibattito è stato trattato l'aspetto par­ticolare «Il bambino handicappato nella famiglia». Le relazioni sono state tenute dall'avv. Assenzio Bugiatelli, dalla dott.ssa Menegotto, dall'On. Gotelli e dal dott. Mazzei.

La tavola rotonda si è chiusa con la votazione di una raccomandazione che verrà inoltrata alle com­petenti autorità.

 

 

DIBATTITO SUGLI HANDICAPPATI

 

Nel quadro delle manifestazioni della 2ª Giornata del subnormale, l'Associazione Nazionale Famiglie di fanciulli subnormali di Torino ha organizzato un dibattito sul tema «Carenza legislativa per gli han­dicappati psichici, fisici e sensoriali».

Le relazioni sono state tenute dal Cons. Emilio Germano, dal prof. Angelo Lusso e dal dott. Piero Rollero.

 

 

CONVEGNI SULL'ADOZIONE SPECIALE

 

Il C.I.F. di Milano (Piazza del Duomo 20) ha orga­nizzato il 16 aprile 1969 un convegno sull'adozione speciale per il personale degli istituti religiosi di assistenza all'infanzia. Il Convegno è stato presieduto dal Vescovo Mons. Ferraroni. Le relazioni sono state tenute dal Cons. D'Orsi, Presidente del tribunale per i minorenni di Milano, da Padre Giacomo Perico e da Mons. Rampi.

Convegni sull'adozione speciale sono stati pure organizzati:

- dal Centro di educazione matrimoniale e prema­trimoniale di Milano (18-19 aprile 1969);

- dal Comitato Prov. dell'O.N.M.I. di Vercelli (19 apri­le 1969);

- dal Comitato Provinc. dell'O.N.M.I. di Bergamo (24 maggio 1969);

- dall'Amministrazione Provinciale di Trento (4 giu­gno 1969);

- dal Centro ispettivo dell'E.N.A.O.L.I. di Bologna.

Il 24 giugno 1969 si è concluso il seminario di studio organizzato dal Comitato Prov. dell'O.N.M.I. di Milano. Tutti i partecipanti hanno auspicato che gli incontri proseguano nel prossimo autunno.

Gli atti dei sei interessantissimi incontri avvenuti sono disponibili presso il Comitato prov. dell'O.N.M.I. di Milano.

Il Centro italiano per l'adozione internazionale ha organizzato a Milano il 25 marzo 1969 una tavola rotonda sui problemi posti dall'adozione di bambini stranieri in Italia.

 

 

CONVEGNO DI STUDIO SU «PROSPETTIVE PER UNA CONCRETA REALIZZAZIONE DEL TRIBU­NALE DELLA FAMIGLIA»

 

Si è tenuto in Bologna, nei giorni 3 e 4 mag­gio 1969, nella sede dell'Amministrazione provinciale, il convegno di studi su «Prospettive per una concreta realizzazione del Tribunale della famiglia», organiz­zato dall'Associazione giuriste italiane e dall'Unione italiana giudici minorili.

In apertura dei lavori, il Cons. Giuseppe Delfini parla sul tema «Dal tribunale dei minorenni al tribunale della famiglia», mettendo in luce le caratteri­stiche che contraddistinguono il tribunale per i mi­norenni, come è attualmente strutturato, in partico­lare l'autonomia istituzionale, la natura promiscua della competenza, la specializzazione professionale delle persone che lo compongono. Tali caratteristiche dovrebbero contraddistinguere anche il Tribunale della famiglia, teso a tutelare l'interesse del gruppo inteso come centra naturale di rapporti giuridici. Oltre ad essere autonomo, il nuovo tribunale dovreb­be mantenere una competenza territoriale distrettuale e promiscua, cioè sia civile sia penale per tutti i reati che riguardano la famiglia, con specializzazione delle persone che lo compongono.

Segue la relazione del cons. Cividali sul tema: «Necessità di un giudice nuovo». Partendo da una ampia premessa storica e statistica, il relatore pone in evidenza come la famiglia si sia profondamente mutata nella composizione numerica e nella struttura da alcuni anni a questa parte. Ciò comporta fra l'altro che la famiglia stia perdendo una serie di compiti educativi e assistenziali che prima svolgeva. Per tute­lare questa famiglia, con le sue nuove esigenze, è - necessario un giudice nuovo, che sia un «giudice delle relazioni umane», un giudice attivo, con possibilità di intervento in tutti i settori, anche con poteri inqui­sitori. Tutto questo impone anche lo studio di tecni­che nuove, di cui già ora in alcuni settori si sente la necessità. Il nuovo tribunale dovrà avere una compe­tenza più ristretta dell'attuale competenza distrettuale del tribunale per i minorenni, ed essere provinciale o interprovinciale, di natura collegiale, affiancato da giudici periferici, coadiuvati da specialisti, con fun­zioni istruttorie. Ogni tipo di procedimento potrà essere deciso in primo grado dal giudice periferico, con possibilità di opposizione all'organo collegiale.

La relazione del cons. Franco Ferrante, «Un'espe­rienza concreta del tribunale nella famiglia», viene letta, data l'assenza del relatore, dovuta a motivi di salute. In essa si descrive la quinquennale esperienza della IX sezione del Tribunale di Milano, che funziona come sezione specializzata, relativamente alla mate­ria del diritto di famiglia. Per un anno, nel corso del 1966, la sezione ha funzionato anche in materia penale, per i reati di competenza del tribunale.

I risultati ottenuti da tali esperimenti sono stati positivi, come testimoniano l'alto numero di concilia­zioni e di separazioni che, nate per colpa, si trasfor­mano in consensuali. La sezione si è anche servita come fonte obiettiva di informazione del Centro tutela minorile che ha svolto per molti casi approfondite indagini.

L'Avv. Giuliana Fuà nella sua relazione sul tema «Necessità di un tribunale della famiglia come risul­tato degli studi per una riforma organica del diritto di famiglia», porta il contributo della équipe del Cen­tro per la riforma del diritto di famiglia creatosi a Milano due anni or sono. Il Centro ha compiutamente studiato tutta la materia del diritto di famiglia, por­tando concrete proposte in tutti i settori. Si è sentita l'esigenza di creare un tribunale specializzato che tratti la materia, dalla separazione dei coniugi, al divorzio, qualora l'istituto venisse introdotto, ai rap­porti patrimoniali fra coniugi, alla tutela, alla cura­tela, all'esercizio della patria potestà e a tutti quei casi che anche in sede penale, riguardino comunque la famiglia.

L'ultima relazione sul tema «Verso un'evoluzione del giudice tutelare», viene svolta dal dr. Franco Sac­chetti, giudice al tribunale di Roma.

Il relatore esamina la finalità per cui è stato creato il giudice tutelare, e i risultati, molto spesso negativi fino ad ora raggiunti. Di queste premesse è necessario tener conto per strutturare nuovamente l'ufficio, affiancandolo con organi ausiliari ed esecu­tivi. Una modifica evolutiva del giudice tutelare si può poi inquadrare solo nell'ambito di un tribunale della famiglia; tale tribunale a competenza distret­tuale, dovrebbe essere coadiuvato dal nuovo organo del giudice tutelare organizzato per gruppi di preture o circondariale, e affiancato da organi ausiliari.

Terminate le relazioni previste, si iniziano gli in­terventi e la discussione. Fra le comunicazioni, quella della dott.ssa Finzi, che ricorda il lavoro svolto dai servizi sociali attualmente a fianco dell'organo giudi­ziario e i compiti ad essi riservati nel futuro tribu­nale della famiglia. Viene letta inoltre la comunica­zione del dr. Carpi che esamina gli aspetti processua­listici che l'istituzione di un tale organo specializzato importerebbe.

Seguono gli interventi del dr. Battistacci, del­l'avv. Poliò, del dr. Santarsiero, di altri esperti, e a conclusione dei lavori, l'intervento del dr. Cividali che chiarisce e precisa quanto esposto nella relazione introduttiva, soprattutto riguardo alla competenza per materia e territoriale del nuovo tribunale, al ruolo degli operatori specializzati, alla nuova figura del Pubblico Ministero, nell'auspicato tribunale della famiglia.

A chiusura dei lavori viene presentata una mo­zione conclusiva, che viene approvata all'unanimità dai partecipanti.

 

MOZIONE CONCLUSIVA

 

I partecipanti al Convegno di studi su «Prospet­tive per una concreta realizzazione del Tribunale della famiglia» tenutosi a Bologna il 3-4 maggio 1969, presso l'Amministrazione provinciale, sotto il patrocinio della medesima, per iniziativa della sezione bolognese dell'Associazione giuriste italiane e dell'Unione ita­liana giudici minorili

sentite

le relazioni e gli autorevoli interventi che hanno ani­mato la discussione mediante la presentazione dei punti di vista delle varie categorie di studiosi ed ope­ratori del diritto;

rilevano

che le necessarie riforme del diritto di famiglia non possono essere disgiunte dalla predisposizione di ido­nei mezzi procedurali e di efficienti organi giudiziari capaci di trattare e risolvere con una visione orga­nica ed unitaria tutti i problemi relativi alla vita familiare;

esprimono il voto

che facendo tesoro dell'esperienza compiuta presso il Tribunale di Milano e di Palermo ed altrove, non­ché delle strutture già esistenti presso i Tribunali per i minorenni, venga sollecitamente attuato l'auspicato tribunale della famiglia;

affermano

la necessità che a un tale organo giudiziario costi­tuito e integrato da personale opportunamente specializzato sia demandata la competenza su tutte le materie attualmente attribuite ai tribunali per i minorenni e di tali tribunali conservi le caratteristiche fondamentali, valorizzandole mediante un più effi­ciente collegamento istituzionale con i Giudici Tute­lari;

rilevano

che in tale modo si potranno eliminare, se non del tutto, molte incongruenze e molti inconvenienti, talvolta gravi che l'attuale organizzazione rende inevi­tabili;

invitano

gli organi legislativi competenti ad interessarsi pron­tamente ed a fondo a questo problema, certi che in tal modo si contribuirà a sanare, sia pure non subito, alcune gravi tare che affliggono la famiglia moderna.

 

 

CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN PSICHIATRIA INFANTILE PER ASSISTENTI SOCIALI

 

L'Istituto di Neuropsichiatria infantile dell'Uni­versità degli studi di Messina e la Scuola siciliana di Servizio sociale di Messina hanno organizzato un corso sperimentale di perfezionamento in psichiatria infantile per assistenti sociali di cui pubblichiamo il regolamento:

1. Il corso è svolto in collaborazione fra l'Istituto di Neuropsichiatria Infantile e la Scuola Siciliana di Servizio Sociale di Messina.

2. Il corso si tiene presso l'Istituto di Neuropsi­chiatria Infantile ed è retto secondo le norme del Regolamento generale per le scuole di specializzazione dell'Università di Messina.

3. La Segreteria del corso ha sede presso la Se­greteria della Facoltà di Medicina e Chirurgia.

4. Titolo necessario per l'ammissione al corso è il diploma di Assistente Sociale.

5. Il corso ha la durata di un anno.

6. Il numero degli iscritti non potrà essere supe­riore a venti.

7. Le materie d'insegnamento sono le seguenti (*):

a) Genetica e scienze delle costituzioni (1)

b) Psicologia genetico-dinamica (1)

c) Psicologia sociale (2)

d) Psicopatologia dell'età evolutiva (1)

e) Semeiotica pedopsichiatrica (1)

f) Clinica neuropsichiatrica dell'età evolutiva (1)

g) Sociologia familiare (2)

h) Comportamenti antisociali infantili (2)

i) Organizzazione diagnostico-assistenziale; tec­nica e metodologia della ricerca sociale (3)

l) Organizzazione e amministrazione dei Ser­vizi di Neuropsichiatria Infantile (3)

m) Tecniche psicodiagnostiche (1)

n) Igiene e profilassi mentale dell'età evolu­tiva (1)

o) Terapie pedopsichiatriche (1)

p) Pedagogia speciale (1)

q) Il casework in neuropsichiatria infantile (3)

r) Servizio Sociale di Gruppo in neuropsichia­tria infantile (3)

s) Legislazione minorile (3).

8. Le lezioni saranno raggruppate in nove semi­nari mensili di tre giorni ciascuno. In ogni giorno si terranno tre ore di lezioni antimeridiane e tre ore pomeridiane.

9. La frequenza alle lezioni e alle esercitazioni è obbligatoria, e sarà attestata dai singoli insegnanti su di uno speciale libretto, nel quale il Direttore della Scuola deve. apporre il visto per la validità del corso.

10. Ogni allievo dovrà frequentare l'Istituto di Neuropsichiatria Infantile per due mesi al fine di acquisire pratica nella metodologia di lavoro. A tal fine sarà stabilita nella tabella di turni.

11. Alla fine del corso sono da sostenere i seguenti esami:

a) Psichiatria Infantile: per gli insegnamenti a, b, d, e, f, m, n, o, p;

b) Sociologia: per gli insegnamenti c, g, h;

c) Servizio Sociale: per gli insegnamenti i, l, q, r, s­.

12. All'allievo che abbia superato i tre esami viene rilasciato un certificato di qualificazione per Assistente Sociale Pedopsichiatrico.

13. L'Ammissione al corso è subordinata ad un colloquio, che gli aspiranti dovranno avere con il Direttore del corso e due docenti, i quali anche valu­teranno comparativamente la carriera scolastica e gli altri eventuali titoli presentati dal concorrente e procederanno alla graduatoria degli aspiranti.

14. Entro il 15 ottobre gli aspiranti dovranno pre­sentare, all'Ufficio di Segreteria, domanda di ammis­sione in carta legale da Lit. 400, diretta al Rettore dell'Università, accompagnata dal diploma di assi­stente sociale e da tutti gli altri titoli che il candi­dato ritenesse opportuni.

15. Gli ammessi al corso, entro il 15 novembre, dovranno presentare:

a) due copie - formato tessera, su fondo chiaro e firmate - della fotografia del richiedente, di cui una su carta da bollo e autenticata;

b) quietanza comprovante il pagamento della tassa d'iscrizione di Lit. 20.000 da effettuarsi sul C.C.P. n. 164686.

 

(*) I numeri fra parentesi corrispondono al numero dell'esame da sostenere.

 

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