Prospettive assistenziali, n. 5-6, gennaio-giugno 1969

 

 

STUDI E DOCUMENTAZIONI

 

BARRIERE ARCHITETTONICHE

 

 

 

Le barriere architettoniche sono le scale, i gradini, le por­te strette per cui non entra una carrozzella, gli ascensori limitati e difficilmente mano­vrabili, le rampe senza soste­gni laterali, i mezzi di traspor­to inaccessibili ecc. Tutti gli ostacoli insomma che impedi­scono all'handicappato fisico di partecipare in modo completo alla vita della società.

Oggi finalmente in quasi tut­to il mondo ingegneri ed archi­tetti, sensibilizzati dalle varie organizzazioni che si occupano di handicappati fisici, stanno studiando tutte le possibilità per eliminare tali impedimenti.

Esiste ormai una documen­tazione su questo problema dalla quale risulta che in molti Stati lo stesso Governo è in­tervenuto con delle norme pre­cise per rendere almeno ac­cessibili gli edifici pubblici a quella parte della popolazione colpita da handicaps fisici.

Nel 1960 il Consiglio d'Europa ha preso una risoluzione riguardante l'argomento della eliminazione delle barriere ar­chitettoniche negli edifici pub­blici, testo che riportiamo nel­le prossime pagine.

A Stresa, dal 17 al 20 giugno 1965 è stata tenuta una Con­ferenza Internazionale sugli in­validi e le barriere architetto­niche, organizzata dall'Associa­zione Nazionale Mutilati ed In­validi del lavoro, con la colla­borazione dell'Associazione Italiana per l'Assistenza agli Spastici.

Nel 1966 vi è stato inoltre un Convegno sempre su que­sto argomento ed infine nell'ottobre 1967 l'istituto per lo Sviluppo dell'Edilizia Sociale ha tenuto un altro convegno i cui atti sono raccolti con tutti quelli dei precedenti Convegni.

Tale documentazione è a di­sposizione di chi volesse con­sultarla presso la Sezione di Torino dell'Associazione Italia­na per l'Assistenza agli Spa­stici, via Valgioie 10.

Il problema delle barriere architettoniche è stato affron­tato dal Ministro dei lavori pub­blici e riportiamo il testo della circolare n. 4809 del 19 giu­gno 1968.

 

Testo della circolare n. 4809 per il rispetto delle norme sul­le barriere architettoniche di­ramata il 19.6.1968 dal Ministro dei lavori pubblici.

Questo Ministero ha da tempo soffermato la propria attenzione sui problemi con­nessi con la agibilità più com­pleta e diffusa della attrezza­tura e degli uffici pubblici o di uso pubblico e degli edifici per abitazioni.

In proposito, già con circola­re del 20.1.1967 n. 435 si richia­mò l'attenzione degli Uffici di­pendenti sulla necessità di eli­minare «barriere architettoni­che» nel settore dell'edilizia residenziale, essendo ormai accertato che tali barriere in­teressano circa 8 milioni di cittadini pari al 15% della po­polazione italiana.

Questo Ministero ha ora ap­prontato con la collaborazione dell'Istituto per lo Sviluppo dell'Edilizia Sociale e degli En­ti e Ministeri interessati una serie di norme tendenti a mi­gliorare la godibilità generale e ad assicurare la piena utiliz­zazione degli edifici sociali da parte dei minorati fisici, attra­verso l'eliminazione di quegli ostacoli fisici che sintetica­mente vengono indicati come «barriere architettoniche».

Le norme anzidette, che so­no state oggetto di esame e di parere favorevole da parte del Consiglio Superiore dei LL.PP. nell'Assemblea Generale del 17.5.1968, sono state recepite a cura del Servizio Tecnico Centrale nella presente Circo­lare sia per la loro applicazio­ne, sia per le sollecitazioni progettuali che potranno provoca­re, al fine di dar luogo ad una edilizia che sia, oltreché funzionalmente adatta, anche so­cialmente ed umanamente aperta.

Le norme hanno come pre­supposto la generalizzazione dei vantaggi derivanti dalla eli­minazione delle barriere archi­tettoniche e dovranno trovare applicazione in tutti gli edifici di uso pubblico di nuova co­struzione o esistenti, nel caso che questi ultimi siano sottoposti a ristrutturazione.

Come chiarito dall'Assemblea Generale del Consiglio Superiore le norme hanno va­lore integrativo e non sostitu­tivo delle altre vigenti regola­mentazioni.

E' altresì evidente che le nor­me idonee non escludono solu­zioni più avanzate che potran­no pertanto essere esaminate ed approvate dai competenti Uffici.

Il Ministro

F.to G. Mancini

 

 

CONSIGLIO D'EUROPA

 

Comitato misto per il riadat­tamento e reimpiego degli in­validi.

Raccomandazioni riguardanti il riadattamento degli invalidi (adottate sotto l'egida dell'U.E.O.)

 

Strasburgo - Luglio 1960

Regolamento degli edifici pubblici allo scopo di rendere l'accesso più facile agli handi­cappati fisici (adottato nell'a­prile 1959).

Il Comitato, considerata l'im­portanza del fatto che gli edi­fici pubblici siano resi più fa­cilmente accessibili agli handi­cappati fisici, che rappresen­tano in ciascun paese una pro­porzione apprezzabile di popo­lazione:

- richiama l'attenzione sulle misure che possono essere prese per costruire o adattare gli edifici pubblici in modo da facilitarne l'accesso e l'utiliz­zazione alle persone fisicamen­te handicappate;

- invita insistentemente le autorità pubbliche a concepire i loro nuovi edifici e ad adot­tare quelli già esistenti a que­sto fine, ovunque sia possibile;

- raccomanda ai governi di prendere dei provvedimenti pratici, in cooperazione con gli organismi competenti.

Esempi di provvedimenti da prendere per adattare gli edi­fici pubblici in modo da facili­tarne. l'accesso alle persone fisicamente handicappate:

 

1. Ingresso al livello della stra­da: collocare al pianterreno una o più poltrone a rotelle o carrozzelle. Negli uffici postali e negli altri edifici analoghi porre degli sportelli esterni ed interni ad altezza ed a posizio­ne appropriate.

 

2. Prevedere delle scale diritte, con scalini larghi, che possano essere salite con le stampelle. Niente scale cosiddette «aper­te».

 

3. Prevedere delle ringhiere ovun­que sia necessario, in partico­lare nelle scale: una ringhiera centrale nelle scale molto lar­qhe. Le ringhiere devono esse­re concepite in modo da offri­re un vero appoggio ed una fa­cile presa.

Per i ciechi, i quali si dirigono quasi sempre con l'aiuto del­le ringhiere, è particolarmente scomodo se le stesse non si estendono per tutta la lunghez­za della scala.

 

4. Prevedere degli ascensori nei grandi magazzini. Le porte e le cabine dell'ascensore dovran­no essere sufficientemente lar­ghe, gli apparecchi di manovra saranno posti in posizione e ad altezza appropriate.

 

5. Porte larghe che offrano un passaggio alle poltrone a ro­telle.

 

6. Soglie allo stesso livello.

 

7. Agli uffici di prenotazione del posti, ecc... prevedere uno spa­zio sufficiente tra gli sportelli e le transenne; nelle stazioni, sui campi sportivi, ecc... pre­vedere, così pure, uno spazio sufficiente per l'uscita.

 

8. Nelle biblioteche ed edifici a­naloghi, installare dei tavoli di lettura di altezza conveniente per permettere agli invalidi di leggere seduti su una poltrona a rotelle o su una sedia spe­ciale.

 

9. Prevedere almeno un servizio igienico di dimensioni suffi­cienti per ogni piano.

 

10. Nei locali cinematografici, nei teatri, ecc., prevedere un'area per le sedie a rotelle. Prevede­re inoltre qualche poltrona di forma e di costruzione specia­li per le persone che facciano fatica a spostarsi.

 

11. Posizione corretta degli appa­recchi quali i campanelli o i segnali d'allarme, i telefoni, ecc. Negli uffici postali, instal­lare una cabina telefonica di dimensioni sufficienti.

 

12. Sia prevista una porta girevole sufficientemente larga e, se necessario, si sistemi accanto a questa una porta a battenti liberi.

 

13. Nei bagni pubblici saranno pre­disposte particolari sistemazio­ni per i bisogni degli handicap­pati.

 

14. I rivestimenti del suolo do­vranno essere concepiti in fun­zione dei bisogni degli handi­cappati fisici: i rivestimenti verniciati o ineguali (come le stuoie di cocco) sono, gli uni e gli altri, da sconsigliare a seconda del tipo di invalidità.

 

15. Degli accorgimenti speciali do­vranno essere previsti per l'ac­cesso ai treni ed agli autobus.

 

16. Dei parcheggi coperti dovran­no essere approntati nelle vi­cinanze degli edifici pubblici per le vetture degli invalidi.

 

www.fondazionepromozionesociale.it