Prospettive assistenziali, n. 2, aprile-giugno 1968

 

 

SPECCHIO NERO DELL'ASSISTENZA

 

 

ASSISTENZA PSICHIATRICA?

 

Il nuovo Presidente dell'Opera pia Ospedali psichiatrici di Torino ha inviato in data 8 gen­naio 1968 al Presidente della Provincia di To­rino una «relazione informativa» in cui viene segnalato a p. 9 che fra i 4189 ricoverati a re­gime chiuso vi sono 863 senili da ospizio e 953 lavoratori tranquilli. La relazione precisa a p. 10 che «Una buona parte dei senili sono da ge­rontocomio e potrebbero essere allontanati dal vero ospedale psichiatrico, a condizione che fuo­ri dell'Ospedale esistessero delle organizzazioni di ricovero attrezzate allo scopo, che offrissero qualche garanzia in un sufficiente controllo psi­co-sanitario».

Prosegue la relazione del Presidente degli O­spedali Psichiatrici a p. 11: «Francamente e do­vendo esprimere un sereno giudizio sono del parere che queste due categorie per un totale di 662.840 giornate di presenza annue circa non dovrebbero considerarsi a totale carico della Provincia, anche se l'Ente da me presieduto ne ha effettuato il ricovero a norma di legge. Buo­na parte della spesa dovrebbe far carico ai Co­muni di provenienza...».

 

Non c'è che dire. L'assistenza a Torino è ec­cellente, tanto da curare in ospedale psichiatri­co chi dovrebbe essere dimesso.

 

 

CONVITTO RAZZISTA

 

La Direzione del Convitto «Guglielmo Marconi» per la preparazione dei radiotelegrafisti, meccanici navali, elettricisti e frigoristi di bor­do, diretto dai Padri Scolopi, con sede a Ruta di Camogli, Genova, in data 9 settembre 1967 ha inviato la seguente lettera:

«Siamo oltremodo dolenti di dover rinviare tutta la documentazione relativa al Giovane C... G... poiché la commissione esaminatrice per la ammissione al concorso al Convitto non ritiene di poter ammettere allo stesso il giovane da Voi presentato.

Il caso è oltremodo doloroso e preoccupan­te, ma il regolamento interno del collegio non ammette deroghe per i figli illegittimi o di fa­miglia irregolare.

La vita del mare che i giovani nostri dovran­no tutti un giorno affrontare richiede serenità d'animo e tranquillità di spirito che purtroppo non possono avere quei marittimi la cui fami­glia dolorosamente non esiste. L'immettere alla vita del mare un giovane senza padre ... sarebbe creare uno spostato e procurargli delle preoc­cupazioni che la vita del mare senza dubbio ac­centuerà.

Questa Direzione si augura che possiate in­viare giovani sani famigliarmente, i quali saran­no benevolmente accolti nel collegio».

 

Viene da chiedersi se siamo in Italia o in Sud Africa.

La Direzione del Convitto sa che la Costitu­zione afferma all'articolo 3 che «tutti i cittadi­ni hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, d'opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» e all'articolo 34 che «La scuola è aperta a tutti»?

Che ne pensano le autorità preposte alla vigi­lanza del Convitto?

 

 

ORGANI DI VIGILANZA DELLE SCUOLE

 

Il Servizio Informazioni AVIO nel 2-3 del 1968 a p. 110 segnala che la Curia Arcivescovi­le napoletana ha decretato «la chiusura di due scuole religiose le cui condizioni generali (sup­pellettili, locali, docenti) erano tali da compro­mettere del tutto l'efficacia dell'insegnamento».

 

Facciamo nostro il commento di SEBETIUS: «Non è possibile non compiacersi per un provvedimento così energico ed esemplare, ma non è possibile, del pari, non domandarsi che cosa mai vigilassero gli organi di vigilanza della scuo­la napoletana (nella fattispecie direttori ed i­spettori) la cui funzione specifica dovrebbe es­ser proprio quella di vigilare, e sulla scuola privata in particolare.

E' mai possibile che macroscopiche disfunzio­ni, tali da richiedere un provvedimento così inusitato e forse unico negli annali della scuola, siano state rilevate dai vigilati prima ancora che dai vigilanti?».

 

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